Infanzia e gioventù
Ramanujan era un indiano tamil nato a Erode nel Tamil Nadu, India. Si iscrisse alla scuola superiore cittadina di Kumbakonam nel 1898, quando aveva 10 anni, e sembra che lì entrò in contatto per la prima volta con i formalismi matematici. A undici anni eguagliava in conoscenza matematica gli inquilini della sua casa, entrambi studenti al Government College, ed ebbe in prestito libri di trigonometria avanzata, che due anni più tardi già padroneggiava. Il suo biografo riporta che a quattordici anni il suo genio iniziava a manifestarsi: non solo ottenne certificati di merito e premi accademici in tutti i suoi anni scolastici, ma aiutò la sua scuola nella logistica necessaria ad assegnare tutti i 1.200 studenti (ognuno con le proprie esigenze) ai trentacinque insegnanti; completò gli esami nella metà del tempo a disposizione, mostrando familiarità anche con le serie infinite; i compagni dell'epoca commentarono in seguito "Noi, insegnanti inclusi, raramente lo comprendevamo" e "lo guardavamo con rispettosa ammirazione". Tuttavia, Ramanujan non si concentrò sulle altre materie, tanto da non superare gli esami della scuola superiore. In questo periodo della sua vita era ancora molto povero, quasi fino alla miseria.
Vita in India
Una volta sposato, dovette cercare un lavoro. Con la raccolta dei suoi calcoli matematici, si spostò nella città di Chennai alla ricerca di un lavoro da impiegato. Alla fine trovò un'occupazione e un inglese gli consigliò di contattare i ricercatori di Cambridge. Mentre era impiegato nella Ragioneria di Stato, Ramanujan cercò di ottenere quei riconoscimenti che sperava gli avrebbero consentito di lasciare il lavoro e concentrarsi sullo studio della matematica. Sollecitò tenacemente l'aiuto di individui di buona posizione, e pubblicò molti articoli nei giornali matematici indiani, ma non riuscì ad ottenere una sponsorizzazione. Durante questo periodo Sir Ashutosh Mukherjee cercò di supportare la sua causa.
Vistosi respingere diverse volte nella ricerca di sostegno finanziario, per aver prodotto risultati che nessuno di quelli che aveva contattato in India poteva comprendere pienamente, egli infine, nel 1913, mandò una lettera a tre professori di Cambridge: H. F. Baker, E. W. Hobson e G. H. Hardy, includendovi una lunga lista di teoremi dalla complessità fino ad allora mai vista, che si dichiarò in grado di dimostrare. Solo Hardy, membro del Trinity College di Cambridge in Inghilterra, notò il genio dei teoremi di Ramanujan. Le altre due lettere invece non ricevettero risposta.
Hardy, assieme al collega Littlewood, analizzò questa missiva non sollecitata, e successivamente commentò che dei teoremi di questa lettera iniziale, scoperti e dichiarati come risolti da un matematico indiano senza formazione accademica, "non uno avrebbe potuto essere collocato nelle più avanzate indagini matematiche del mondo". Anche se Hardy era uno dei più prominenti matematici dell'epoca, e un esperto in diversi dei campi trattati dagli scritti di Ramanujan, egli aggiunse che molti di questi "mi lasciarono stupito; non avevo mai visto niente che gli si avvicinasse prima di allora."
Vita in Inghilterra
Dopo uno scetticismo iniziale, Hardy rispose alla lettera richiedendo le dimostrazioni di alcuni dei risultati citati nella lettera ricevuta e iniziò ad organizzare l'arrivo di Ramanujan in Inghilterra. Essendo un brahmano ortodosso, Ramanujan consultò dati astrologici per il suo viaggio, per timore di perdere la sua casta andando a vivere in terre lontane. La madre sognò che la dea protettrice della sua famiglia le diceva di non opporsi al viaggio del figlio, e così si comportò di conseguenza. Il figlio cercò, comunque, nei limiti delle sue possibilità, di mantenere un opportuno stile di vita braminico.
Ne seguì una collaborazione fruttuosa, che Hardy descrisse come "l'unico episodio romantico della mia vita". Hardy disse delle formule di Ramanujan, alcune delle quali non era in grado inizialmente di capire, che "un singolo sguardo è sufficiente a mostrare che possono essere state scritte solo da un matematico di alta classe. Devono essere vere, perché se non lo fossero, nessuno avrebbe avuto l'immaginazione per inventarle." Paul Erdős dichiarò in una intervista che il più grande contributo alla matematica di Hardy è stato la scoperta di Ramanujan, e paragonò Ramanujan ai giganti della matematica come Eulero e Jacobi in termini di genio. Ramanujan venne in seguito nominato membro del Trinity, e ricevette la massima onorificenza nella scienza, la nomina a membro della Royal Society.
Malattia e ritorno in India
Tormentato da problemi di salute per tutta la vita, in una nazione lontana da casa, ed ossessivamente preso dai suoi studi, la salute di Ramanujan peggiorò in Inghilterra, forse aggravata dallo stress, e dalla scarsità di cibo vegetariano durante la Prima guerra mondiale. Gli furono diagnosticate tubercolosi ed una grave carenza di vitamine, benché un'analisi del 1994 dei registri medici e dei sintomi di Ramanujan da parte del Dott. D.A.B Young abbia concluso che molto probabilmente aveva avuto una amebiasi epatica, un'infezione parassitaria. La diagnosi è supportata dal fatto che Ramanujan aveva passato molto tempo a Madras, una città costiera dove l'amebiasi era diffusa. Era un'infezione difficile da diagnosticare, ma una volta diagnosticata già allora sarebbe stata facile da curare. Ritornò in India nel 1919 e morì poco dopo a Kumbakonam, lasciando come ultimo dono al mondo la scoperta della funzione theta di Ramanujan. Sua moglie S. Janaki Ammal ha vissuto fuori da Chennai (un tempo Madras) fino alla sua morte nel 1994. Janaki aveva nove anni quando si erano sposati, una pratica abbastanza comune in India al tempo.
Vita spirituale
Ramanujan visse come un brahmano Tamil per tutta la sua vita. Le opinioni sulla sua reale fede discordano: il suo primo biografo indiano lo descrisse come un ortodosso rigoroso, mentre G. H. Hardy (un ateo militante) lo riteneva essenzialmente agnostico riguardo ai temi metafisici.
Hardy riportò un'affermazione di Ramanujan il cui senso era che tutte le religioni sono ugualmente corrette. La biografia di Kanigel dichiara che probabilmente Ramanujan non aveva mostrato il suo lato religioso ad Hardy; d'altra parte Kanigel dipinge un'immagine generalmente negativa di Hardy.
Ramanujan credeva nella dea della sua famiglia, Namagiri, e guardò a lei come ispirazione per il suo lavoro. Ripeteva spesso, "Un'equazione per me non ha senso, a meno che non rappresenti un pensiero di Dio."